Chi riceve una multa per eccesso di velocità rivelato dall’autovelox può contestarla. In quali casi? Scopriamolo.
A quasi tutti gli automobilisti è capitato, almeno una volta, di ricevere una multa per eccesso di velocità, segnato da un autovelox. Quest’ultimo, infatti, è il sistema che permette di calcolare la velocità di un autoveicolo, tramite una particolare macchina fotografica integrata, che consente di conoscere la targa del trasgressore.
Attraverso gli autovelox, i Comuni mirano a ottenere un effetto deterrente e costringere i guidatori a non violare i limiti per la percorrenza di determinate strade, anche perché le sanzioni pecuniarie che si ricevono possono essere molto salate.
Una sentenza della Corte di Cassazione è destinata a rivoluzionare il sistema delle multe per eccesso di velocità rilevato dagli autovelox. I giudici, infatti, hanno stabilito che la multa può essere dichiarata illegittima, consentendo agli automobilisti di presentare ricorso. In quali ipotesi è consentito?
Multe da autovelox: ecco come contestarle e ottenere il risarcimento dal Comune
È singolare la vicenda analizzata dalla Corte di Cassazione, relativamente al caso di un avvocato che era stato sanzionato per aver oltrepassato il limite di velocità di 7 chilometri lungo la tangenziale di Treviso.
L’automobilista, tuttavia, ha contestato che la velocità fosse stata rilevata da un autovelox non omologato. Per tale ragione, i giudici hanno dichiarato la multa illegittima. Si tratta di una decisione rivoluzionaria, che apre la possibilità a molti automobilisti di presentare ricorso e ottenere il risarcimento da parte dei Comuni.
In particolare, la Cassazione ha specificato che gli autovelox devono essere omologati, perché c’è differenza tra la semplice autorizzazione da parte del Ministero dei Trasporti e l’omologazione. Per scoprire se un autovelox è omologato, basta effettuare un accesso agli atti e controllare se l’apparecchio è munito di apposito certificato.
Gli automobilisti possono presentare ricorso e contestare le multe ricevute in due modi: rivolgendosi al Prefetto entro 60 giorni dalla sanzione oppure al giudice di pace, entro 30 giorni. Attenzione, però, perché la sentenza della Suprema Corte non consente a tutti di proporre ricorso e di ottenere l’annullamento automatico delle multe da autovelox. Per le sanzioni già pagate o per le quali sono scaduti i termini, ad esempio, non si può presentare ricorso.
I ricorrenti, inoltre, devono provare che lo strumento del Comune era sprovvisto di omologazione al momento del rilevamento dell’eccesso di velocità, allegando la documentazione che accerta le caratteristiche tecniche dell’autovelox. In ogni caso, spetterà ai Comuni fare chiarezza e pubblicare sui loro siti tutte le omologazioni relative agli strumenti installati nella propria area, per scongiurare inutili ricorsi e garantire la trasparenza delle operazioni.