“Quelli più vecchi, quelli della mia generazione, non vengono più a sentirmi. Molti negli ultimi anni sono venuti ai miei concerti solo per curiosità, ma non hanno trovato quello che cercavano: non ritrovavano l’atmosfera degli anni 60 e restavano delusi. Il concerto non diceva loro nulla, né loro avevano alcun significato per me. Era una cosa che prima o poi doveva finire, e finalmente è finita. Troppi venivano a vedere il mito, mentre da parte mia c’era solo voglia di fare musica e basta. Parecchia gente sostiene che la generazione che ha vissuto gli anni ’60 ha fallito, non è stata all’altezza dei propri sogni e non ha concluso nulla. Forse hanno ragione.
Eppure si sono fatte cose che nessuno e’ stato piu’ capace di ripetere. Oggi si vive ancora a rimorchio di cio’ che e’ stato fatto a quei tempi, e la musica e le idee di allora sono sempre valide. Guardatevi attorno adesso: mentre una volta si condividevano miti e ideali adesso i giovani hanno come punti di riferimento McDonald o Disneyland”. – Bob Dylan
“La mia malattia del ’97 era una cosa chiamata istoplasmosi che viene dall’inalare accidentalmente una quantità di sostanze che venivano fuori da uno dei fiumi presso i quali vivo. Forse un mese o due o anche solo tre giorni all’anno, gli argini lungo il fiume diventano sudici, e poi il vento soffia ed un mucchio di sporcizia va nell’aria. Mi è successo di inalare qualcosa del genere. Questo è quello che mi ha fatto ammalare. E’ andato nella zona del cuore, ma non era niente che veramente attaccasse il mio cuore.” – Bob Dylan
“C’era un tempo in cui le canzoni mi venivano 3 o 4 contemporaneamente, ma quei giorni sono proprio finiti. Una volta ogni tanto, le canzoni mi arrivano come un cane da guardia al cancello e chiedono di essere scritte. Ma la maggior parte delle volte la mia mente le getta via. Sei bloccato a domandarti se qualcuno le vuole ascoltare veramente. Lasciamo che sia qualche altro a scriverle. Quello che ti spinge a scrivere è qualcosa che ti interessa in maniera profonda. Devi anche avere il tempo per scrivere. Devi avere l’isolamento per scrivere. E più sono le pressioni che ti vengono fatte, più difficile è farlo. Intendo dire che sembra come se ognuno voglia un pezzo del tuo tempo ad un certo punto. C’è stato un tempo in cui a nessuno importava, e quello è stato uno dei periodi più produttivi, quando a nessuno fregava niente chi io fossi. Diventi più vecchio; cominci a diventare più orientato verso la famiglia. Inizi ad avere speranze per gli altri piuttosto che per te stesso. Ma non ho niente di cui lamentarmi. Ce l’ho fatta, sai? Ho fatto quello che volevo fare. E lo sto ancora facendo.” – Bob Dylan
“La musica con la quale sono cresciuto non invecchia mai. Io sono stato fortunato a comprenderla nei primi anni, ed ancora suona vera per me… Io ascolto ancora Bill e Charlie Monroe piuttosto che ogni altro disco attuale. Per me quello è ciò che l’America è. Intendo dire che si potrebbero non fare più dischi nuovi… Ce n’è abbastanza di quelli vecchi. Sono andato in un negozio di dischi un paio di settimane fa… Non sapevo cosa comprare. Ci sono così tanti tipi di dischi. Anche CD. Non so. Ho ascoltato dei CD. Non mi sembra che suonino particolarmente meglio di un disco di vinile. Personalmente, non credo nella separazione dei suoni, in ogni caso. Mi piace ascoltare i suoni “mescolati” insieme.” – Bob Dylan
“A volte avverti proprio l’entusiasmo del pubblico, altre ti senti esattamente come se stessi andando in ufficio o in fabbrica. Ma o sei un cantante o non lo sei, e se ti presenti in pubblico ogni tre anni , come facevo io prima di andare in tour con i Grateful Dead, nell’87, perdi ogni contatto. Se vuoi essere un artista con tutti i crismi devi darti completamente” – Bob Dylan
“Non avevo sul serio intenzione di diventare una star, perchè io ho sempre avuto bisogno di una canzone per avere successo. C’è un sacco di cantanti che non hanno bisogno di canzoni per sfondare. Un mucchio di loro sono alti, belli, non hanno bisogno di dire qualcosa per far presa sulla gente. Io dovevo riuscirci con qualcos’altro che non il mio aspetto o la mia voce. Chuck Berry era un cantante ed autore di rock & roll. Perciò io non ho mai provato a scrivere canzoni di rock & roll, perchè pensavo che l’avesse già fatto lui. Quando ho iniziato a scrivere canzoni, dovevano essere diverse. Perchè, chi vuole essere il secondo in classifica? Una nuova generazione era cresciuta, ed io ne facevo parte — la seconda generazione del rock & roll. Per me, e per gli altri come me, era uno stile di vita. Quello che stava succedendo a New York nei primi anni sessanta era Joey Dee and the Starliters, ecco come era, una scena twist. C’era una vera e propria mania per il twist. C’erano dei buchi, credo, in tutto il Paese dove la gente suonava del rock & roll. Ma era terribilmente difficile. Ho conosciuto dei tizi che suonavano nel Greenwich Village, e per fare del denaro extra suonavano in clubs di midtown come il Metropole, che era un locale di spettacoli di varietà sulla Settima Avenue. Erano posti incredibili. Potevi suonare per sei ore e tirar su dieci dollari, e c’era una spogliarellista per tutto il tempo. Molto avvilente. Dovevi fare del denaro per suonare con strumenti elettrici. Questo è il motivo che mi ha fatto allontanare da ciò, in realtà. Era troppo dura.” – Bob Dylan
“The Band aveva il proprio sound originale, sicuramente. Quando suonavano con me, non erano The Band; erano chiamati Levon and the Hawks. Robbie Robertson iniziò ad ottenere quel suono di chitarra davvero tirato e “compresso” – non aveva mai suonato in quel modo prima nella sua vita. Potrebbero fare grandi covers. Erano soliti fare canzoni stile Motown, e quello, secondo me, è stato il periodo in cui hanno fatto le cose migliori. Anche meglio di quello di canzoni come “King Harvest” e “The Weight” e cose simili. Quando penso a The Band, me li immagino a cantare cose come “Baby Don’t You Do it”, facendo covers di Marvin Gaye e cose del genere. Quelli sono stati gli anni d’oro di The Band, anche più di quelli in cui hanno suonato con me.” – Bob Dylan
“Un film sulla mia vita? Non mi andrebbe assolutamente. Nessuno ne sa abbastanza di me , si tratterebbe soltanto di una speculazione. Chi fu a dire che la fama è una maledizione? E’ proprio vero. Guardate Elvis Presley: è più grande ora di quanto non fosse quando era in vita, continua a vivere nel ricordo della gente, ma credete davvero che si ricordino più della sua musica o di tutte le cose che siano state scritte su di lui?” – Bob Dylan
“Quello che sta succedendo nella musica è una degenerazione. Specialmente il rock & roll europeo — è così strano. Viene tutto dall’America, ma è così lontano dalle prime cose, come quelle di Little Richard e Chuck Berry. Quello era rock & roll puro, sai? Ma cosa ne è stato? E’ degenerato… Mi piacciono gli U2, però, bè, gli U2 in realtà sono piuttosto originali. Ma sono Irlandesi; sono Celtici. L’America ti bombarda con troppa porcheria. Devi fare un tentativo consapevole di stare lontano da quella spazzatura. Invece un tempo, non ricordo di avere mai fatto un tentativo consapevole di stare lontano da qualcosa.” – Bob Dylan
“Parlo per me stesso, non posso parlare per tutti gli artisti, ma sicuramente quello che dico è vero per molti di loro. Tu non sei mai soddisfatto di quello che hai fatto. C’è sempre qualcosa davanti a te che è dove tu stai andando, non è dove tu sei stato. E’ dove stai andando che importa e resti sempre da solo dopo che qualunque cosa che tu abbia creato è reso pubblico. Sai, è bello ma non puoi vivere sulle tue credenziali passate.” – Bob Dylan
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