L’intervista
Crane: Mr. Bob Dylan, Signore e Signori! Ciao Bobby!
Dylan: Tutto bene!
Crane: Il microfono funziona? Bene.
Dylan canta It’s All Over Now Baby Blue
Crane: Grazie Bob.
Pausa
Crane: Come stai?
Dylan: Bene.
Crane: Com’è andata?
Dylan: Bene.
Crane: Sì, sei stato bravissimo. Che stai facendo con quella?
Dylan: Oh, sto solo cercando di abbassarla così non si mette di mezzo coprendomi la voce.
Crane: Guarda un po’ che armonica… hai mai incontrato Jesse Fuller?
Dylan: Certo.
Crane: Jessie è stato da noi un paio di settimane fa. Non abbiamo avuto la possibilità di parlare molto ma la prossima volta che tornerà voglio farlo perché sembra uno straordinario gentiluomo. A proposito di straordinari gentiluomini, quanti anni hai?
Dylan: 23!
Crane: 23 anni!
Dylan: Già, ne compirò 24 a Maggio!
Crane: Già. Ti sono successe un sacco di cose in soli 23 anni, vero?
Dylan: Sì, sì, un sacco di cose fantastiche!
Crane: Ne sei felice?
Dylan: Oh, sì, certo.
Crane: Fai bene. Perché hai avuto successo nel fare quel che volevi fare più di ogni altra cosa, immagino.
Dylan: Già, proprio così, ma non devo pensarci molto.
Crane: Non devi pensarci molto? Penso che dovresti pensare ad un sacco di cose da scrivere, il tipo di cose che fai.
Dylan: Già, sicuro.
Crane: Nominane qualcuna!
Dylan: Sì.
Crane: Solo per quelli che magari qui tra il pubblico potrebbero non conoscere tutte le canzoni che hai scritto. Elenca solo quelle importanti!
Dylan: Oh.
Crane: Quest’uomo è il compositore di…
Dylan: SUBTERRANEAN HOMESICK BLUES!
Crane: No! Non è una di quelle grosse!
Risate del pubblico
Dylan: No?
Crane: No.
Dylan: Vediamo… One Too Many Mornings.
Crane: Che ne dici di Blowin’ in the wind?
Dylan: Sì?
Applausi
Crane: Forse vi ricorderete amici quella sera che c’era Judy Collins…, ed io continuavo a dirle “Devi cantare questa canzone, devi cantare questa canzone” e Judy Collins è uscita e ha cantato l’intera versione originale di Hard Rain’s Gonna Fall? Bene, quella l’ha scritta Bob!
Dylan: Già, l’ho scritta io.
Applausi
Crane: Chi stai salutando?
Dylan: Odetta!
Crane: Odetta! Sapete chi è Odetta? Puntate il riflettore su quella signora! Come stai cara? A proposito di grandi artisti! Ecco una di loro! Parteciperai allo show tra un po’ non è vero?
Odetta: Il mese prossimo.
Crane: Il mese prossimo. Già, Odetta è in cartellone.
Crane: Quando hai iniziato a cantare, Bob?
Dylan: Oh… Quando avevo dieci, undici anni.
Crane: Hai iniziato con la chitarra o suonavi qualcos’altro?
Dylan: Il pianoforte. Il pianoforte e la chitarra.
Crane: Da dove vieni? Dove sei nato?
Dylan: Minnesota.
Crane: Sei andato a scuola lì?
Dylan: Già.
Crane: Quanto sei andato avanti a scuola?
Dylan: Oh, le ho fatte tutte.
Crane: Liceo?
Dylan: Già.
Crane: Anche l’università?
Dylan: No, non davvero.
Crane: Poi hai cominciato a viaggiare on the road, no?
Dylan: Beh, on the road, sì, lo sai. L’ho fatto. Ho fatto di tutto.
Crane: Quando hai cominciato a scrivere canzoni originali?
Dylan: Beh, ho iniziato un sacco di tempo fa. Sai, butti giù un sacco di cose diverse, quando non sai cos’altro fare. E’ stato allora che ho cominciato. Ho iniziato a scrivere canzoni… beh quella è una storia diversa… Ho iniziato a scrivere canzoni dopo aver sentito Hank Williams.
Crane: Hank Williams? Davvero ti ha ispirato?
Dylan: Già.
Crane: Cold Cold Heart? Jambalaya? Cose del genere?
Dylan: Già. Cole Porter.
Crane: Cole Porter??
Dylan: Già.
Crane: Ora mi stai prendendo in giro!
Dylan: No.
Crane: Certo che sì!
Dylan: No, davvero!
Crane: Hai visto Judy Collins cantare Hard Rain?
Dylan: Sì, l’ho vista!
Crane: Guardi lo show?
Dylan: Lo guardo sempre. Certo.
Crane: Dove lo guardi soprattutto?
Dylan: La volta scorsa l’ho visto a New York. Ero lì per incidere un altro disco. Ho visto lo show. L’ho vista cantare.
Crane: Dov’eri esattamente quando hai visto lo show. Te lo ricordi?
Dylan: A casa di qualcuno.
Crane: Mi hanno detto che eri in una sala da biliardo l’ultima volta che l’hai visto.
Dylan: Oh, sì ho visto lo show in una sala di biliardo. Il tuo show va in onda nelle sale di biliardo.
Crane: Davvero?
Dylan: Perché, appena inizia ad andare in onda ci resta e nemmeno il film della sera può scalzarlo.
Crane: Andiamo davvero forte nelle sale da biliardo.
Dylan: Nelle sale da biliardo e nei bar della zona sud…
Crane: I bar della zona sud? Davvero?
Dylan: Proprio lì. Giù verso l’East End.
Crane: Credi che significhi qualcosa?
Dylan: No, no.
Crane: Pensi che sfonderemo con questo programma?
Dylan: Penso di sì!
Crande: Davvero?
Dylan: Sì! Penso di sì!
Crane: Che succede?
Dylan: Oh, niente!
Crane: Sei nervoso?
Dylan: Non sono nervoso, no! Sono… il tappeto!
Crane: Il tappeto??
Dylan: E’ giallo… sai…
Crane: Sì?
Dylan: Non l’avevo mai visto… non avevo mai fatto caso prima quando guardavo lo show in televisione che era giallo.
Crane: Il pavimento. Immagino che si stia… ti stai riferendo al pavimento?
Dylan: Già.
Crane: Ti piace o no?
Dylan: E’ bello, è bello! E’ solo che, sai… Ho visto lo show ed è così… stretto! Tutto qui. Sembrava più grande.
Crane: Dicono tutti così. Sembra più grande in televisione che qui in studio. Ma è uno studio abbastanza grande. Abbiamo uno dei più grandi studi di tutte le televisioni… Che ne dici al riguardo, guardi molta televisione?
Dylan: Oh, ogni tanto.
Crane: Quali programmi preferisci?
Dylan: Oh, mi piacciono i film.
Crane: Sì…
Dylan: Mi piacciono i film… Guardo bei film in televisione. E’ il miglior posto per vedere bei film oggi giorno, la televisione!
Crane: Sì… Saremo di ritorno tra un attimo, Bob Dylan ed io.
Pausa
Crane: Bob, a proposito di quando ascolti altri artisti eseguire le tue canzoni… ti piacciono Peter Paul and Mary quando cantano le tue canzoni?
Dylan: Certo che sì.
Crane: Davvero?
Dylan: Certo!
Crane: Credo che sia davvero un complimento avere così tante persone che incidono le tue canzoni. Inoltre guadagni anche un sacco di soldi così.
Dylan: Già.
Crane: Che ne fai di tutti quei soldi comunque?
Dylan: Oh, mi compro stivali, banane, frutta, pere.
Crane: Stivali, banane, frutta, pere…
Dylan: Ho comprato dei posacenere davvero fantastici l’altro giorno.
Crane: Davvero? Beh, ma dove la metti tutta questa roba? Voglio dire che non hai un posto per conservare queste cose… Sei sempre in viaggio.
Dylan: Vero.
Crane: Leghi tutto sulla tua motocicletta?
Dylan: No, in realtà non vado molto in moto. Anche se ne posseggo una.
Crane: Sì…
Dylan: Ma sto pensando di prendere un’automobile.
Crane: Un’automobile!
Dylan: Ma non so che tipo…
Crane: Sì?…
Dylan: Sì, Sto pensando di comprare una Maserati. Ne hai mai sentito parlare?
Crane: Certo.
Dylan: In effetti non ne ho mai vista una, ma mi piace il nome.
Crane: Mas-er-rati!
Dylan: Già. Maserati. Bob Dylan e la sua Maserati.
Crane: Perché è italiana? Bob Dylan e la sua veloce Maserati. No, non ti voglio vedere in una Maserati.
Dylan: No?
Crane: No, non voglio. Io… sai non dovrei dirlo perché io…
Dylan: Vuole vedermi in una di quelle!
Crane: Credo che tu rappresenti per l’America e per la gioventù Americana qualcosa di molto molto vitale e l’ultima persona che ebbe questo tipo di impatto sulla gioventù di questa nazione è stato James Dean…
Dylan: Aahh.
Crane: Ed io non voglio che tu te ne vada in giro in qualche auto sportiva…
Dylan: Ok! Non lo farò, Les!
Crane: Intesi?
Dylan: Certo.
Crane: E’ tempo che ti compri una Volkswagen!
Dylan: Me l’hanno detto.
Crane: Una Volkswagen…
Dylan: Che ne dici di uno di quei piccoli affari a tre ruote? Sai quelli piccoli…
Crane: Certo, li chiamano Messerschmidt. L’ho detto giusto? Sì. Siamo ancora in onda quindi presumo di sì. Ascolta Bob, come ci si sente a 22 anni ad uscire sul palcoscenico del Lincoln Center?
Dylan: 22 anni?
Crane: Beh, ne avevi 22 allora.
Dylan: Oh già.
Crane: E c’erano migliaia di persone ammassate in quel posto, che ti hanno tributato una delle ovazioni più grandi… Come ci si sente a ricevere questo tipo di ovazione a quell’età e con l’ammirazione ed il rispetto che tu hai? E’ una domanda difficile.
Dylan: Già.
Crane: Ma rispondi lo stesso.
Dylan: Beh, ti dirò Les… Non posso rispondere.
Crane: Oh sì che puoi.
Dylan: Oh Beh, è davvero delizioso, meraviglioso… E’ fantastico, splendido, eccezionale, bellissimo, straordinario…
Crane: Splendido, eccezionale, bellissimo, straordinario…
Dylan: …Bobby Neuwirth.
Crane: Cosa fai soprattutto… viaggi un sacco non è vero?
Dylan: Sì
Crane: Fai un sacco di concerti?
Dylan: Aahh. Sì, certo.
Crane: Dove, soprattutto?
Dylan: Oh, dipende, sai. Qualsiasi posto dai college ai teatri alle sale di Vaudeville.
Crane: Capisco. Che tipo di pubblico hai, sono soprattutto i giovani o i più vecchi che recepiscono il tuo messaggio?
Dylan: Oh, ho un bel pubblico, un bel pubblico. Non lo so davvero, uh, non so davvero cosa… giovani o vecchi, sono persone giuste. Sai. Sono tutti ok.
Crane: Sì?
Dylan: Sì.
Crane: Molte delle tue canzoni… Non voglio annoiarti con domande scontate, ma è vero che molte delle tue canzoni dicono qualcosa…
Dylan: Uh-hum.
Crane: C’è un messaggio…
Dylan: Sì?
Crane: …in quasi ogni cosa che tu dici. Qual è il tuo messaggio principale?
Dylan: Mangiare?
Crane: No, non credo che sia quello. E’ una risposta carina ma non è quello il messaggio.
Dylan: Già. Il mio messaggio fondamentale è, ah, sai, lo vuoi in una sola parola?
Crane: No.
Dylan: Beh, te lo dirò Les.
Crane: Sì, Bob.
Dylan: Un messaggio in una sola parola. E’ semplicemente “Essere”.
Crane: Essere? Che ne dici di “amore”?
Dylan: Amore? E’ una parola che va bene, certo. Ma è stata utilizzata troppo.
Crane: Però è parte del tuo messaggio, no?
Dylan: Amore? Beh, sì ma tutti lo dicono.
Crane: Non c’è niente di male.
Dylan: No, certo, tutti possono dirlo.
Crane: Che ne dici di “dondolare”?
Dylan: Dondolare? E’ un bel messaggio.
Crane: E’ parte del tuo messaggio?
Dylan: Dondolare, Dondolare. Essere. E’. Era. Erano.
Crane: Te ne stai lì seduto ed io ho messo insieme tutti questi tizi per te stasera in un tributo a te e tu te ne stai lì seduto e mi prendi in giro, vero?
Dylan: No, non ti sto prendendo in giro, tutti pensano sempre che io lo faccia.
Crane: Tutti pensano che tu li prenda in giro…
Dylan: Sì, esatto, è strano. Comunque hai una bella cravatta.
Crane: Ti piace questa cravatta?
Dylan: Sì. Mi piacciono le cravatte.
Crane: Tu non indossi mai cravatte.
Dylan: No. Una volta ogni tanto le indosso. Guardo la televisione in cravatta. Hey, è Ok. Me la dai quella cravatta?
Crane: Dondolare! Amore!
Dylan: Grazie molte. Fantastica. Che ne dici di quegli stivali, Les?
Crane: Che misura porti?
Dylan: 42 e 1/2.
Crane: Allora non ti vanno… poi sono gli stessi stivali che hai tu!
Dylan: Davvero?
Crane: Sono gli stessi stivali.
Dylan: Però i tuoi sono più lucidi dei miei.
Crane: Hey Bob, che bell’armonica hai.
Dylan: Bella eh?
Crane: Saremo di ritorno tra poco dopo un breve messaggio pubblicitario…
Pausa
Crane: Eccoci di ritorno! Bob, sei sposato?
Dylan: No, no. Non sono sposato.
Crane: Lo dici come se non approvassi la cosa.
Dylan: Oh no, l’approvo.
Crane: Allora semplicemente non hai ancora trovato la signora? E’ così?
Dylan: Oh, non è così. E’ solo che non sono sposato.
Crane: Che state combinando lassù? State davvero scoppiando dal ridere.
Crane: Che hai fatto mentre non guardavo?
Dylan: Niente, Les. Non ho fatto niente.
Crane: Stai davvero facendo scoppiare dal ridere il pubblico!
Dylan: Nah, non è vero.
Crane: Sì che lo è
Tommy Sands: Sai perché sta facendo scoppiare dal ridere il pubblico?
Crane: Perchè?
Sands: Stavo seduto qua dietro e lo osservavo. Non posso parlare per il pubblico. Ma credo di saper riconoscere il talento. E credo che così come ha avuto un enorme successo come cantante ed autore di canzoni Bob avrà un grande successo in futuro come attore. Non avevo mai visto Bob Dylan, prima. Ho visto i dischi e ho sentito le canzoni e tutto il resto ma non avevo mai visto lui in persona. Mi ricorda Jimmy Dean ed è molto divertente.
Crane: Che ne pensi Bobby?
Dylan: Beh, moltissime Grazie.
Crane: Hai mai pensato di recitare? Pensi che ti piacerebbe?
Dylan: Beh, proverò a fare un film quest’estate. Lo sta scrivendo Allen Ginsberg. Io lo riscriverò…
Crane: Allen Ginsberg, il poeta?
Dylan: Sì.
Dylan: E’ stato nostro ospite sai.
Dylan: Sì lo so.
Crane: Ha esaltato le virtù della marijuana una sera.
Dylan: Davvero? Allen?? Mi sembra una bugia…
Crane: E’ vero… Pensi che io menta?
Dylan: No, non intendevo questo.
Crane: Allen Ginsberg era seduto nella sedia in cui è seduta Caterina Valente ora e ha detto che pensava che bisognerebbe legalizzare la droga leggera.
Dylan: Ha detto così?
Crane: Proprio in televisone.
Dylan: Pheeeww!
Crane: Te lo immagini?
Dylan: Nah. Allen è un po’ strano a volte…
Crane: Allen è strano a volte, eh? Sì… che tipo di film è?
Dylan: Oh è una specie di western horror. E’ ambientato sulla New York Thruway.
Crane: Un western horror che è ambientato… Non credo sia esattamente quello che Tommy Sands aveva in mente… Tu sei la star del film?
Dylan: Sì. certo, sono l’eroe.
Crane: L’eroe? Fai la parte di un orribile cowboy?
Dylan: Interpreto la parte di mia madre.
Crane: Tua madre? Nel film?
Dylan: Nel film. Lo devi vedere.
Crane: Ci sta prendendo in giro, vero?
Dylan: Nah, Dio.
Crane: Sei terribile.
Dylan: Nah. Non voglio essere inserito in una categoria…
Tommy Sands: Hey, posso farti una domanda, Bob?
Dylan: Certo.
Tommy Sands: …molti degli artisti presenti sembrano fare le stesse cose degli artisti country eppure sembrano possedere un richiamo maggiore. Come mai?
Dylan: Non saprei. No. No.
Crane: Te lo dico io. Perché gli artisti country non hanno avuto lo stesso tipo di esposizione che hanno avuto gli artisti folk.