Bob Dylan: L’intervista di Bono Vox

✎ Redazione

bob dylan

L’intervista

Bono: Sei già stato in Irlanda in passato?

Dylan: Sì, sono stato a Belfast e a Dublino, e ho viaggiato un po’ qua e là…

Bono: Hai mai passato del tempo qui? Sei mai stato qui in vacanza?

Dylan: Sì, beh, quando sono stato qui siamo andati in giro in auto, perciò siamo stati in diversi posti – ma la musica Irlandese è sempre stata una grande parte della mia vita perché una volta suonavo con i Clancy Brothers. Mi hanno influenzato moltissimo.

Bono: Sì, hanno un suono che è grande, sai, quando cantano, è come fosse punk rock.

Dylan: Già, suonavano in posti non più grandi di questa stanza e quei posti… non ci potevi fare entrare più nemmeno uno spillo… tanto erano stipati di gente.

Bono: Riuscivi a sentire il loro fiato?

Dylan: Esatto!

Bono: Ci credo. Ti spazzavano via con il fiato dei loro polmoni! Dio, come mi piacerebbe saper cantare così…

Dylan: Già, ho trascorso anni insieme a loro, andando in giro, nel ’61, ’62 e ’63.

Bono: Al Greenwich Village?

Dylan: Dappertutto, ho anche condiviso il cartellone con loro una volta.

Bono: Ti sei fatto dare i loro autografi?

Dylan: No, non mi sono fatto fare l’autografo. Ma sai, una delle cose che mi ricordo di quei tempi è quanto fossero grandi – Voglio dire che non c’era storia, erano davvero grandi. Ma Liam Clancy è sempre stato il mio cantante preferito, come cantante di ballate. Non ho mai sentito qualcuno cantare meglio, e includo anche Barbara Streisand e Pearl Bailey.

Bono: Devi stare attento qui!

Dylan: Liam è un fenomenale cantante di ballate.

Bono: Già, sai, quel che io ti invidio è che la mia musica, e la musica degli U2, è come, è come nello spazio da qualche parte. Non esistono delle particolari radici musicali o un retaggio al quale noi possiamo aggrapparci. In Irlanda c’è una tradizione, ma io non mi ci sono mai innestato sopra…

Dylan: Beh, devi guardare al passato.

Bono: Non abbiamo mai suonato un brano in 12 battute.

Dylan: Devi farlo! C’è un altro gruppo che ascoltavo una volta e che si chiamava The McPeake Family. Non so se ne hai mai sentito parlare…

Bono: The McPeake Family! Mi piacerebbe averne sentito parlare, con un nome del genere…

Dylan: Sono grandi. Paddy Clancy li ha registrati. Aveva un’etichetta chiamata Tradition Records, e aveva questo tipo di registrazioni; hanno registrato per la Prestige all’epoca, e poi per la Tradition Records, la sua compagnia. Si chiamavano The McPeake family. Erano persino più rustici dei Clancy Brothers. I Clancy Brothers avevano sempre quel tocco di commerciale nei loro brani – non ti dava problemi però c’era sempre, mentre la McPeake Family cantava con le arpe. Quello vecchio del gruppo suonava l’arpa – ed era grande – ed anche le percussioni.

Bono: Erano davvero una famiglia?

Dylan: Sì, erano una vera famiglia; se vai in un negozio di dischi e chiedi un disco della McPeake Family, sono sicuro che li puoi trovare in un sacco di posti.

Bono: Hai mai sentito parlare di un gruppo Irlandese che sta lavorando in un campo che è a metà tra la musica tradizionale e la musica contemporanea, e che si chiama Clannad? Clannad è una parola che in Gaelico sta per “famiglia”, ed hanno fatto dei potentissimi pezzi musicali, tra cui una canzone chiamata “Theme From Harry’s Game”, che fa parte di un film, ed ha steso tutti qui in Europa. Non ha mai suonato negli Stati Uniti. Sono una famiglia, vengono dal Donegal, ed hanno lavorato dalla stessa base della musica tradizionale.

Dylan: Esiste un gruppo che voi avete qui, che si chiama… Plankston?

Bono: Planxty.

Dylan: Sono grandi!

Bono: E’ un’altra band di rock’n’roll!

Dylan: Già, ma quando penso a quel che sta succedendo – penso che siano grandi.

Bono: C’è un altro gruppo che si chiama De Dannan. Il nome De Dannan ha qualcosa a che fare con le tribù scomparse di Dan. Hai mai sentito parlare della scomparsa della tibù di Dan? Dicono che venivano dall’Irlanda.

Dylan: Sì, ne ho sentito parlare, ne ho sentito parlare.

Bono: Io non sono un musicologo o un esperto di questo campo ma sembra che sia vera questa cosa. E dicono anche, sai, che la scala musicale Irlandese non ha radici in Europa, per niente. Piuttosto viene dall’Africa e dall’India. I popoli Cartesiani, i popoli Egiziani, quello che ha dato loro la supremazia nel Medio Oriente è stata la vela che hanno sviluppato. Non mi ricordo come si chiama, ho dimenticato il nome di quella vela, ma essa gli ha permesso di diventare dei grandi navigatori e commercianti, e quello stesso tipo di vela che usavano sulle loro navi è utilizzata anche nell’Ovest dell’Irlanda.

Dylan: Davvero?

Bono: Bob Quinn ha realizzato un film che si intitola “Atlanteans” nel quale viene elaborata questa teoria. Egli avanza l’ipotesi che il libro di Kells, che è un manoscritto, o almeno parte di esso abbia le proprie radici nella scrittura Copta, non radici Europee. Non è per niente una cosa Europea – è collegata all’Africa, alla Spagna, alla Britannia ed all’Irlanda, perché quella era una via marittima. Io non sono un esperto e non dovrei parlare di queste cose ma è interessante quando ci pensi.

Dylan: Sicuro.

Bono: Ti farò avere qualche nastro…

Dylan: Mi piacerebbe. Conosci i Planxty? Mi piace anche un sacco Paul Brady.

Bono:  Sì, è grande. E’ un vero songwriter. Dimmi – ti sei mai avvicinato ad un microfono, non con delle parole, ma solo per cantare? Io una volta l’ho dovuto fare per necessità perché mi avevano rubato un testo che avevo scritto – ed ho imparato a cantare al microfono solo per cantare e rielaborando poi le parole in un secondo tempo. A te vengono prima le parole?

Dylan: Alcune volte sì.

Bono: Quali dischi ascolti?

Dylan: Quali dischi ascolto? Nuovi dischi, intendi? Non saprei, ascolto solo quelli vecchi in effetti. Robert Johnson. Ascolto ancora quei dischi che ascoltavo quando ero un ragazzo – e che mi hanno davvero cambiato la vita. E ancora oggi mi cambiano la vita. Ancora oggi reggono il confronto, sai. The Louvain Brothers, Hank Williams, Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Charlie Patton, mi è sempre piaciuto ascoltarlo.

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