La polizia può sequestrare l’auto al posto di blocco, anche senza effettuare un importante accertamento. Arriva la sentenza shock.
La Corte di Cassazione ha stabilito un fondamentale principio per la verifica di eventuali irregolarità alla guida, specificando che non sempre è obbligatorio procedere con approfondite verifiche, ma potrebbero essere sufficienti degli elementi sintomatici che provano in maniera inequivocabile la condotta del conducente.
Di quali accertamenti si tratta e in quali circostanze è possibile attenersi ai soli dati oggettivi comprovanti la condotta illecita dell’automobilista? La questione è di elevata importanza, perché dalle trasgressioni del Codice della Strada possono derivare conseguenze particolarmente gravi, che incrementano il rischio di incidenti stradali e di vittime.
La decisione della Suprema Corte potrebbe avere risvolti fondamentali, perché consentirebbe l’irrogazione delle sanzioni senza la necessità delle valutazioni cliniche concrete. Ma quando è possibile procedere con la multa e il sequestro del veicolo in seguito alla segnalazione al posto di blocco? Scopriamolo.
Questo test non è sempre necessario per la revoca della patente e il sequestro del veicolo: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha affermato un importante principio in tema di accertamento dello stato di ebbrezza alla guida e, cioè, che il rilevamento del tasso alcolemico può essere effettuato anche sulla sola base di sintomi evidenti.
La sentenza della Suprema Corte riguarda il caso di un automobilista che aveva urtato un marciapiede e si trovava in un evidente stato di alterazione da ubriachezza. Per i giudici, sono state sufficienti le constatazioni da parte degli agenti, basati su dati oggettivi, come il forte odore di alcol, la difficoltà di rispondere alle domande sottoposte e la mancanza di coordinazione nella guida del veicolo.
L’imputato aveva contestato la condanna della Corte d’Appello di Brescia a 6 mesi di arresto, al pagamento di un ammenda di 1.500 euro e alla revoca della patente. Il soggetto contestava che i giudici avessero ritenuto inutilizzabili le verifiche mediche per l’accertamento dello stato di ebbrezza ma, allo stesso tempo, avessero considerato valide le testimonianze degli agenti di polizia che dichiaravano un tasso alcolemico superiore a 1.50.
La Corte di Cassazione ha, tuttavia, stabilito che le descrizioni dei testimoni relative allo stato confusionale del soggetto, l’impatto dell’auto e la difficoltà a rispondere alle domande della polizia fossero sufficienti per confermare la condanna. Il giudice può basare la decisione su prove oggettive e su segnali inequivocabili, sintomatici dell’ebbrezza.