Cartello di area videosorvegliata anche in assenza di telecamere, si può affiggere? La legge chiarisce il dubbio

Valentina Giungati

Cartello di area videosorvegliata assenza di telecamere la legge

Esporre un cartello di area videosorvegliata non è sempre possibile, chi lo fa quindi deve comprendere cosa dice la legge.

Quasi nessuno si preoccupa di un semplice cartello, come quello di passaggio libero o di area con telecamere. Questi vengono venduti comunemente anche nei negozi e si trovano addirittura online, per questo si è spinti all’acquisto e all’esposizione dei suddetti anche per disincentivare determinati comportamenti.

Cartello di area videosorvegliata assenza di telecamere la legge
Cartello videocamere, quando si può affiggere (maggiesfarm.it)

Ciò che sfugge ai più però è che anche l’uso di questo tipo di cartellonistica ha regole specifiche e quindi la sua gestione non è sempre a discrezione di chi ha un suolo privato da custodire e limitare. Anche in tali condizioni bisogna necessariamente fare i conti con delle realtà particolari, con quanto previsto dalla normativa e ovviamente con tutti i dettagli contenuti.

Cartello di area videosorvegliata senza telecamere: cosa dice la legge

Poiché la questione dei “finti cartelli” è piuttosto comune, il Garante della Privacy si è espresso in materia per chiarire cosa è lecito e cosa no. In base a quanto previsto, affiggere dei sistemi come false videocamere o cartelli che lascino credere che vi siano dei sistemi di sorveglianza, può diventare oggetto di contestazione.

Questo perché, pur non essendoci realmente una telecamera in quel punto, si inducono le persone a pensare che vi sia e quindi si condiziona il comportamento altrui. Le videocamere finte o i cartelli autolimitano le libertà e pertanto possono portare alla limitazione di comportamenti e movimenti. Questo determina la possibilità per un soggetto libero di richiedere un risarcimento.

Cartello di area videosorvegliata la legge chiarisce il dubbio
Cartello area videosorvegliata, cosa dice la legge (maggiesfarm.it)

Quei cartelli che si vedono in giro “area videosorvegliata” se non corrispondenti a qualcosa di vero possono dare vita a un’azione risarcitoria. L’installazione di telecamere non richiede permessi specifici solo se vengono installate negli spazi privati, in quel caso ovviamente si tratta della propria abitazione.

Quando però sono in ambiente pubblico ovviamente rischiano di violare la privacy altrui. Un errore comune è il posizionamento che va a invadere la proprietà di terzi e quindi le aree pubbliche. Nello specifico, una camera che riprende l’uscio di casa o il cancello è possibile, quella che inquadra la porta dei vicini, il marciapiede o i negozi non lo è.

Quando si vogliono installare dei cartelli appositi (obbligatori per chi ha un sistema di videosorveglianza) per informare gli altri di essere ripresi è importante farlo correttamente, pena multe fino a 36 mila euro. Il cartello deve essere leggibile, riportare nome del proprietario dell’impianto, le ragioni, i diritti di legge e anche le tempistiche di conservazione della registrazione. Quindi, quei cartelli con scritto semplicemente “area videosorvegliata” senza questi dettagli non solo non sono validi ma sono inutili e contestabili per legge.

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