
Come calcolare l'esenzione IMU - (maggiesfarm.it)
Recentemente, una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito nuove regole per l’esenzione IMU. Ecco le novità
L’Imposta Municipale Unica (IMU) è un obbligo fiscale rilevante per i proprietari di immobili in Italia, soprattutto per coloro che possiedono seconde case o terreni agricoli. Recenti sviluppi giuridici, inclusi importanti sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, hanno aperto nuove opportunità per i proprietari con più di un’abitazione. Queste novità riguardano principalmente l’esenzione IMU per le abitazioni principali, creando un contesto più favorevole per le famiglie con situazioni abitative complesse.
Essere informati su queste possibilità può incentivare i proprietari a rivedere la propria posizione fiscale e a sfruttare al meglio le disposizioni legislative attualmente in vigore.
Cambiamenti nella normativa IMU
Tradizionalmente, per ottenere l’esenzione IMU, era necessario che l’intero nucleo familiare risiedesse nello stesso immobile. Questo ha portato a situazioni complicate, in cui, per esempio, se un coniuge viveva in una casa diversa dall’altro, l’esenzione veniva concessa solo per una delle due abitazioni. Questa interpretazione ha generato confusione e contenziosi con le amministrazioni comunali, che tendevano a considerare l’immobile non abitato come una “seconda casa”.

Con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale ha modificato radicalmente questo scenario. Essa ha stabilito che l’abitazione principale è l’immobile in cui il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente, senza necessità che l’intero nucleo familiare risieda nello stesso luogo. Questo ha permesso ai coniugi che vivono in case separate di richiedere l’esenzione IMU per entrambe le abitazioni.
Nel 2025, la Corte di Cassazione ha confermato questa interpretazione con l’ordinanza n. 4292, specificando che il requisito della dimora abituale non deve essere interpretato in modo rigido. Anche se i membri di una coppia vivono in immobili diversi, entrambi possono beneficiare dell’esenzione fiscale, a condizione che ogni immobile sia effettivamente utilizzato come abitazione principale. Questo è particolarmente significativo per le coppie che, per motivi di lavoro o personali, si trovano a vivere in case distinte.
Un aspetto rilevante emerso dalle recenti sentenze è il criterio per determinare la dimora abituale. La Cassazione (sentenza n. 8627/2019) ha sottolineato che i consumi delle utenze, come energia elettrica e acqua, possono essere utilizzati come parametro di valutazione. Tuttavia, la sentenza della Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia (sentenza n. 432 del 10 febbraio 2025) ha stabilito che un basso consumo di utenze non giustifica la revoca dell’agevolazione IMU.
Le recenti sentenze hanno creato un quadro giuridico più favorevole per i proprietari di immobili, in particolare per coloro che vivono in situazioni familiari complesse. Tra i punti salienti:
- Esenzione IMU per coniugi che vivono in case separate.
- Riconoscimento della dimora abituale basato su parametri flessibili.
- Protezione dei diritti dei proprietari in caso di occupazione abusiva.
La combinazione di queste sentenze rappresenta un passo avanti nel garantire equità fiscale e nell’alleggerire il carico economico su chi gestisce più immobili. In un contesto economico come quello attuale, dove le spese per la casa possono rappresentare una parte significativa del budget familiare, queste nuove interpretazioni della normativa IMU offrono un’importante opportunità di risparmio per i contribuenti.