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Alcuni lavoratori dovranno faticare per andare in pensione - Maggiesfarm.it
Andare in pensione diventa sempre più difficile e per una categoria di lavoratori sarà quasi impossibile. E con assegni bassissimi.
Il sistema pensionistico italiano sta crollando su se stesso; i segnali c’erano da alcuni anni e le numerose riforme attuate dai vari Governi non sono servite a risolvere il problema. Oggi dall’INPS, i cui sistemi sono stati aggiornati anche per integrare le nuove normative previste dalla Legge di Bilancio, arrivano ulteriori pessime notizie.
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Tramite la piattaforma INPS si può effettuare una simulazione per calcolare quanto resta ad andare in pensione e anche quanto potrebbe essere l’assegno. Ebbene, dal simulatore aggiornato con le nuove regole della Legge di Bilancio, non arrivano buone notizie. I lavoratori che stanno per andare in quiescenza sanno che se vogliono un assegno soddisfacente dovranno prolungare l’attività lavorativa almeno per 3 o 4 anni.
Ma chi è giovane e sta iniziando adesso a lavorare? Il risultato del simulatore è ancora più catastrofico: dopo gli aggiornamenti – anche inseriti in base all’aumento dell’aspettativa di vita – il simulatore offre una prospettiva impietosa.
Se appartieni a questa categoria di lavoratori andare in pensione per te sarà “un inferno”, ecco perché
Chi oggi ha 30 anni potrà andare in pensione, se tutto va bene, a 66 anni e 8 mesi, ma solo se avrà versato 20 anni di contributi pieni, e l’assegno non sarà molto alto: il minimo sociale moltiplicato per tre volte, ovvero 1600 euro circa al mese (ricordiamoci che il potere d’acquisto, a parità di cifra, varierà molto, e in peggio ovviamente), ma se la vita lavorativa subisce qualche problema, l‘età della pensione sale a 74 anni.
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Non dobbiamo dimenticare che chi sta andando in pensione in questi anni ha avuto la fortuna di lavorare continuativamente, con contratti a tempo indeterminato, e ha avuto la possibilità di accumulare abbastanza contributi.
Chi oggi ha 30 anni, dovrà lottare anche con contratti a tempo determinato, lavoro precario (e sottopagato già di per sé) e periodi “bui” senza lavoro. In soldoni, si può affermare che molti la pensione non la vedranno proprio mai.
Un allarme che non dovrebbe essere sottovalutato dalle Istituzioni, e nemmeno dai giovani lavoratori. La soluzione apparentemente sembra facile, ovvero quella di attivare subito una pensione integrativa, ma di fatto fino a che i versamenti all’INPS saranno obbligatori sarà anche difficile scegliere il prodotto finanziario adatto alle proprie esigenze. Uno scenario che la dice lunga sul futuro dei nostri giovani, sempre più incerto.