
Nuovo richiamo alimentare - (maggiesfarm.it)
Un nuovo richiamo alimentare disposto dal Ministero della Salute: rilevata la presenza di ocratossina A. Fai attenzione!
I richiami alimentari non solo mettono in evidenza le problematiche legate alla sicurezza dei prodotti, ma sollevano anche domande sulla responsabilità delle aziende nel garantire standard elevati di qualità e sicurezza. L’ocratossina A è una sostanza tossica prodotta da alcune muffe, che possono contaminare diversi alimenti, tra cui frutta secca e cereali. L’esposizione prolungata a questa micotossina è stata associata a diversi problemi di salute, tra cui:
- Effetti tossici sui reni
- Potenziali effetti cancerogeni
È quindi fondamentale che i prodotti alimentari siano monitorati costantemente per garantire la sicurezza dei consumatori. A tal proposito, è importante sottolineare che l’azienda produttrice ha raccomandato di non consumare i fichi secchi con il numero di lotto e il TMC indicati, invitando i consumatori a restituire il prodotto presso il punto vendita d’acquisto per evitare possibili rischi per la salute.
Il richiamo alimentare
Il Ministero della Salute ha comunicato il richiamo di un lotto di fichi secchi a marchio Fatina per presenza di ocratossina A oltre i limiti di legge. Il lotto in questione è il 350021021/1-11-231, con TMC 06/2025. I consumatori possono restituire il prodotto nei punti vendita.

Negli ultimi giorni, il Ministero della Salute italiano ha lanciato un allerta riguardante un lotto di fichi secchi a marchio Fatina, richiamato per la presenza di ocratossina A, una micotossina considerata pericolosa per la salute, oltre i limiti consentiti dalle normative europee. Questo richiamo ha suscitato preoccupazione tra i consumatori, specialmente in un periodo in cui il consumo di frutta secca è particolarmente elevato.
Il lotto di fichi secchi in questione è identificato con il numero 350021021/1-11-231 ed è confezionato in pacchetti da 250 grammi. Il termine minimo di conservazione (TMC) per questo prodotto è fissato al 06/2025. Sebbene il provvedimento di richiamo sia stato emesso il 12 febbraio 2025, la comunicazione ufficiale è stata resa pubblica solo il 25 febbraio, generando un ritardo di quasi due settimane che ha sollevato interrogativi sulla tempestività delle informazioni fornite ai consumatori.
La produzione dei fichi secchi richiamati è attribuita all’azienda turca Pagysa A.S., che ha lavorato per conto di Murano Spa, un operatore commerciale che distribuisce i prodotti in Italia. Lo stabilimento di produzione si trova a Tuna, nel distretto di Bornova, in provincia di Smirne, Turchia. La scelta di importare fichi secchi dalla Turchia, un paese noto per la sua produzione di frutta secca, ha suscitato interrogativi tra i consumatori, molti dei quali si domandano perché non vengano privilegiati i prodotti locali.
Un aspetto che merita approfondimento è il periodo di maggiore consumo dei fichi secchi in Italia, che si estende dai primi di novembre fino alla fine di febbraio. Questo è un momento in cui molte famiglie italiane scelgono di includere frutta secca nella loro dieta, non solo per il suo sapore, ma anche per le sue proprietà nutrizionali. L’importanza di un’analisi di laboratorio accurata diventa quindi cruciale per garantire che i prodotti in commercio siano privi di contaminanti, come l’ocratossina A.
Molti consumatori si chiedono perché si continui ad importare fichi secchi dalla Turchia e non si dia spazio ai prodotti italiani o greci, che potrebbero offrire alternative più sicure e fresche. Negli scaffali dei supermercati, è facile trovare fichi secchi turchi, ma anche uvetta sultanina proveniente da Turchia e addirittura dal Perù. Questa globalizzazione della filiera alimentare solleva interrogativi sui motivi per cui certe scelte commerciali vengono privilegiate rispetto ad altre.