Nel 2024 cambia il calcolo dei contributi ai fini pensionistici: alcuni lavoratori potrebbero essere più penalizzati di altri. Ecco tutti i chiarimenti.
Quello delle pensioni è sempre un tema caldo e molto delicato. I lavoratori che si avvicinano all’età giusta per poter uscire da lavoro sono sicuramente i più interessati a capire come funziona il calcolo dei contributi ai fini pensionistici, dato che il sistema italiano si basa proprio su quelli. Per capire come funziona, rispolveriamo cosa dice la temutissima Legge Fornero. Secondo la legge attualmente in vigore si può andare in pensione all’età di 67 anni purché siano stati maturati almeno 20 anni di contributi.
C’è anche la possibilità di andare in pensione anticipata se sono stati pagati 42 anni e dieci mesi di contributi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi (per le donne). L’età minima per poter richiedere una pensione anticipata è di 64 anni. Tuttavia ciò che può cambiare rispetto a chi va in pensione regolarmente è l’importo dell’assegno mensile.
Chi infatti decide di uscire anticipatamente dal lavoro verrà leggermente penalizzato con una pensione meno ricca. In aggiunta alcune casse contributive avranno tempi di decorrenza diversi per l’erogazione della prima pensione a seconda dell’anno di pensionamento. Chi andrà in pensione entro il 31 dicembre 2024 dovrà aspettare 3 mesi dalla data di maturazione dei contributi per richiedere ufficialmente il pensionamento.
Come si fa il calcolo dei contributi per la pensione? Arriva finalmente il chiarimento
Pensiamo invece che chi andrà in pensione nel 2028 dovrà attendere ben 9 mesi dalla data di maturazione dei requisiti minimi. A queste condizioni saranno sottoposti i lavoratori iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (CPDEL), alla Cassa per le pensioni ai sanitari (CPS), alla Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (CPI) alla Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori (CPUG). Questi lavoratori hanno inoltre la possibilità di andare in pensione a 64 anni con un minimo di 20 anni di contributi versati.
In questi casi, però, verrà ricalcolato l’importo della pensione. Si dovrà comunque aver maturato abbastanza per poter avere una prima rata di pensione che sia pari a 2,8 volte l’assegno sociale (il cui importo viene ricalcolato su base annua in base all’andamento economico del Paese).
Per i lavoratori iscritti alla CPDEL, CPS, CPI e CPUG sono previsti tagli sulle pensioni anticipate. Per il personale sanitario la riduzione avviene di 1/36 per ogni mese di permanenza in servizio. I tagli si applicano soltanto per i lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 15 anni di contributi e hanno finito di maturarli il 1° gennaio 2024.
Dalla riduzione sono sempre esclusi tutti coloro che sono collocati a riposo d’ufficio. Ma anche coloro che accedono alla pensione anticipata senza la legge Fornero (attraverso l’APE sociale, Quota 41 ecc.) e coloro che sono riusciti a maturare i requisiti minimi per qualsiasi pensione entro il 31 dicembre 2023.