
La preoccupazione dei pensionati - (maggiesfarm.it)
Pensione: l’Inps può richiedere indietro gli importi non dovuti? Proviamo a rispondere a una domanda che inquieta molti
L’argomento della restituzione delle somme indebitamente percepite dai pensionati è di particolare rilevanza, suscitando interrogativi e preoccupazioni tra i cittadini. Si pone, quindi, la questione se l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) abbia il diritto di richiedere indietro gli importi pensionistici pagati erroneamente. Per comprendere appieno questa problematica, è fondamentale analizzare cosa si intende per “indebito Inps”, quali sono i diritti dell’ente previdenziale e le tempistiche per la restituzione.
L’indebito Inps si verifica quando un cittadino riceve indebitamente una prestazione previdenziale, ovvero un pagamento a cui non ha diritto. Questo può avvenire per:
- Errori di calcolo
- Interpretazione delle normative
- Informazioni errate fornite dal beneficiario
È importante sottolineare che l’indebito non richiede necessariamente una condotta fraudolenta da parte del cittadino. Se un pensionato riceve un pagamento che non spetta a lui a causa di un errore dell’Inps, si parla comunque di indebito, e l’ente ha il diritto di richiedere la restituzione di quelle somme. Anche in assenza di dolo, l’Inps ha il compito di tutelare le risorse pubbliche e garantire che i fondi siano distribuiti correttamente.
L’Inps può chiedere la restituzione della pensione?
La risposta a questa domanda è affermativa. L’Inps ha il diritto di richiedere la restituzione di quanto erroneamente versato ai beneficiari. Tuttavia, esistono delle condizioni e delle tempistiche da rispettare. La legge italiana stabilisce che l’ente previdenziale deve procedere annualmente alla verifica delle situazioni reddituali dei pensionati, per accertare eventuali variazioni che possano influenzare il diritto o l’importo delle prestazioni pensionistiche. Se, durante queste verifiche, emergono errori o discrepanze, l’Inps è tenuto a recuperare gli importi versati in eccesso entro un anno dalla scoperta dell’errore.

Le tempistiche per il recupero degli importi indebitamente erogati dipendono dalla tipologia di reddito del beneficiario. In base alla normativa vigente, i redditi possono essere classificati in:
- Redditi conosciuti: già in possesso dell’Inps e che hanno influito sulla liquidazione di un trattamento pensionistico. Il recupero deve avvenire entro l’anno successivo alla liquidazione del trattamento stesso.
- Redditi non conosciuti: non risultano nei database dell’Inps e vengono scoperti solo durante le verifiche. Per questi, l’ente ha tempo fino all’anno successivo alla scoperta per procedere al recupero.
Questa distinzione è cruciale, poiché stabilisce le tempistiche entro le quali l’Inps può richiedere la restituzione delle somme. In caso di redditi non comunicati, la situazione si complica ulteriormente. Il recupero è soggetto alla prescrizione decennale ordinaria, che consente all’Inps di richiedere la restituzione delle somme fino a dieci anni dopo il pagamento indebito.
È fondamentale che i pensionati siano informati e consapevoli delle proprie dichiarazioni reddituali. Se un pensionato non comunica i redditi percepiti, il rischio di incorrere in un indebito è elevato, e le conseguenze possono essere onerose. È consigliabile mantenere una comunicazione costante con l’Inps e fornire tutte le informazioni necessarie per evitare malintesi.
Inoltre, l’ente previdenziale ha il compito di informare i cittadini riguardo alla propria situazione fiscale e previdenziale. Le comunicazioni ufficiali da parte dell’Inps sono essenziali per garantire che i beneficiari siano sempre aggiornati sui propri diritti e doveri.